 
    
In questo periodo dell'anno la stanchezza e lo stress delle feste potrebbero facilmente influenzare il tuo umore. Potresti subire inconsciamente "l'allegria forzata" del Natale, sperimentando un disturbo definito anedonìa - vale a dire la difficoltà di trovare appagamento e soddisfazione nelle cose ritenute comunemente piacevoli.
Per contrastare l' effetto negativo dell'anedonìa, la ricerca svolta dal professore di letteratura Philip Davis e il suo team di Liverpool dimostra che dedicarsi alla lettura di versi poetici combatte la depressione più del Prozac. Che tu sia agitato o stanco, annoiato o triste, in un mood festoso o nostalgico, dunque leggere una poesia è un brodo caldo per l'anima.
Attraverso i versi di grandi o sconosciuti autori puoi ritrovare esperienze simili alle tue, oppure riconoscere il tuo stesso sentire tradotto in parole. In psicoterapia la poesia ha il potere di aiutare il paziente più difficile ad "aprirsi" esternando le sue emozioni ed immedesimarsi nei versi degli autori. E anche la scienza sembra averne provato i benefici! Secondo il Prof. Davis, che ha condotto un'esperimento neurolinguistico, le frasi di Romeo e Giulietta ad esempio, avrebbero un effetto terapeutico più dei manuali di auto-aiuto.
I ricercatori dell'Università di Liverpool hanno sottoposto ad encefalogramma e risonanza magnetica una trentina di volontari, cui è stato chiesto di leggere estratti di poesie dei classici inglesi, tra cui Shakespeare, Eliot e Wordsworth sia nella versione originale che in quella moderna. Il risultato è che nel cervello dei lettori, che si trovavano di fronte a parole in rima insolite e desuete, si è notato un vero e proprio picco di eccitamento neurologico che si traduce in un effetto psicologico positivo e stimolante. Il prof. Davis ritiene che tanto del nostro linguaggio attuale, fatto di elenchi puntati o frasi semplici attraverso chat e messaggi, cade nella prevedibilità.
Le parole creative servono "per mantenere vivo il cervello"e combattere un possibile stato depressivo. Inoltre durante la lettura il cervello è stimolato nell'emisfero destro, che è l'area legata alla memoria autobiografica, questo significa che il lettore riconosce le proprie esperienze e sensazioni vissute. Le rime, dunque, grazie al linguaggio immediato e conciso, funzionerebbero - molto meglio della prosa - come veicolo per il pensiero, la concentrazione, il recupero di ricordi e immagini dal tempo passato, che aiutano a rinforzare l’identità personale. E portare benessere e buon umore.
La poesia dunque ti tocca profondamente, non solo per il significato, ma anche per le sensazioni, lo stimolo creativo, le emozioni e l'immaginazione che ti trasmette. Non è solo una descrizione di un'esperienza, è esperienza essa stessa. La poesia ti permette di vedere le cose da un'altra prospettiva, scoprire le sottigliezze e coglierne l'essenza, ti insegna ad essere più presente nella vita e a condividere questa esperienza di amore con gli altri.
Non importa quale sia la poesia da leggere, ritagliati un momento di quiete lontano dalla frenesia delle feste, perditi nelle forza delle immagini, lasciati alle spalle le preoccupazioni quotidiane e tuffati nel mondo immaginato dall’autore. E segui queste indicazioni mindful!
- Scegli un luogo e un momento tranquillo della giornata. Se lo desideri recita i versi della poesia a voce alta.
- Fai qualche ampio respiro per rilassarti e prepararti alla lettura.
- Presta la tua attenzione al tuo corpo, alla postura, al tono della tua voce e allo stato d'animo attuale.
- Inizia poi la lettura e visualizza la poesia nella tua mente parola per parola. Immagina la forma delle cose che sono descritte, i colori dei paesaggi o degli oggetti, e i suoni che producono.
- Concediti delle pause durante la lettura, potresti anche chiudere gli occhi per un momento.
- Probabilmente la tua mente divagherà a un certo punto, presa da altri pensieri, nota dov'è andata e gentilmente poi riporta l'attenzione nuovamente alla poesia.
- Nota le emozioni e i sentimenti che questi versi suscitano in te, se sono antichi o recenti, se sono confusi, dolorosi o piacevoli. Non dare un giudizio o cercare una spiegazione a quello che provi, limitati a prenderne consapevolezza.
- Osserva se durante la lettura qualcosa cambia nel tuo corpo, tensioni, fastidi, etc, e prendi consapevolezza del tuo atteggiamento mentale, se ad esempio riesci a goderti il momento oppure hai fretta di finire.
- Al termine della poesia, fai un bel respiro profondo, e chiudi gli occhi qualche istante per osservare la totalità delle sensazioni del momento che ti sei regalato.
    Con l'augurio che i giorni di festa possano essere un momento da trascorrere insieme ai cari con presenza amorevole, serenità
    dello spirito e gioia condivisa, riporto qui una delle mie poesie preferite di Pablo Neruda. Un'ode all'armonia della natura, e all'impermanenza del tutto. 
Ode alla tranquillità (Pablo Neruda)
                        Ampio
                        riposo,
                        acqua
                        quieta,
                        chiara, serena ombra,
                        uscendo
                        dall'azione come escono
                        i laghi dalle cascate,
                        meritata mercede,
                        petalo giusto,
                        ora
                        supino
                        guardo
                        correre il cielo,
                        scivola
                        il suo corpo azzurro profondo,
                        dove
                        si dirige
                        con i suoi pesci, le sue isole,
                        i suoi estuari?
                        Il cielo
                        in alto,
                        sotto
                        un rumore
                        di rosa secca,
                        scricchiolano
                        piccole cose, passano
                        insetti come numeri:
                        è la terra,
                        di sotto
                        lavorano
                        radici,
                        metalli,
                        acque,
                        penetrano
                        il nostro corpo,
                        germinano in noi.
                    
                        Immobili un giorno,
                        sotto un albero,
                        non lo sapevamo:
                        tutte le foglie parlano,
                        si raccontano
                        notizie di altri alberi,
                        storie della patria,
                        degli alberi,
                        alcuni ricordano ancora
                        la sagoma guardinga
                        del leopardo
                        che incrociava fra i propri rami,
                        come rigida
                        nebbia,
                        altri ricordano
                        la tempesta di neve,
                        lo scettro
                        del tempo tempestoso.
                        Dobbiamo
                        lasciar parlare
                        non soltanto
                        la bocca degli alberi,
                        ma tutte le bocche,
                        tacere, tacere nel vortice
                        del canto innumerevole.
                        Nulla è muto sulla terra:
                        chiudiamo
                        gli occhi
                        e ascoltiamo
                        cose che scivolano,
                        creature che crescono,
                        scricchiolii
                        di legno invisibile,
                        e poi
                        il mondo,
                        terra, celesti acque,
                        aria,
                        tutto
                        suona
                        a volte come un tuono,
                        altre volte
                        come un fiume remoto.
                        Tranquillità, riposo
                        di un minuto, di un giorno,
                        dalla tua profondità estrarremo
                        metalli,
                        dalla tua apparenza muta
                        uscirà la luce sonora.
                        Così sarà l'azione purificata.
                        Così diranno gli uomini, senza saperlo,
                        l'opinione della terra.
                    
    Tratto da Ode alla vita e altre odi elementari di Pablo Neruda.


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